AUTO ELETTRICA: SAPPIAMO DAVVERO come funzionano?

AUTO ELETTRICHE – UN NUOVO MONDO DA COMPRENDERE
In questi ultimi anni la tecnologia ha avuto degli sviluppi velocissimi come pure è stata repentina la sua applicazione nei beni di largo consumo grazie all'impiego dell'energia elettrica; ci ritroviamo così ad utilizzare diverse tipologie di dispositivi che, seppur diversi nell’uso, hanno dei tratti comuni ed il settore dell'Automotive certamente non fa eccezione.
La domanda che ci poniamo oggi però è:
MA LA SICUREZZA?
Il dibattito sulla sicurezza dei veicoli elettrici è attualmente in atto, quello che possiamo rilevare dallo stato dell’arte è che i rischi sono diversi da quelli delle auto termiche e per tale motivo richiedono conoscenza e comportamenti adeguati "per esempio" l'eventuale intervento dei Vigili del Fuoco dovrà essere gestito in modo consapevole anche dal possessore dell'auto; al momento della chiamata dovrà saper specificare per quale tipo di vettura sta effettuando la richiesta di soccorso, se per una full eletric, plug-in, mild o semplicemente la tradizionale Diesel/Benzina, questo perché l'approccio dei VVF sarà diverso.
Dobbiamo quindi valutare alcune precauzioni per evitare pericoli come incendi, folgorazioni o intossicazioni considerando anche che l’energia elettrica,
a differenza dei combustibili fossili, è inodore ed invisibile.
Per prevenire bisogna capire come funzionano i veicoli elettrici.
Alla base della vettura elettrica
c'è
LA BATTERIA
con il suo CUORE:
L'INVERTER.
Le vetture ad oggi più in circolazione sono quelle che ancora noi tutti conosciamo ovvero quelle che hanno batterie tradizionali (cadmio piombo), queste hanno una potenza di 12V nelle auto e di 24V dei furgoni mentre le batterie per le auto elettriche vanno dai 200V agli 800V, questo voluminoso pacco di accumulatori si trova sovente sotto il tunnel centrale della vettura in una posizione che può ritenersi sicura, tuttavia in caso di forti tamponamenti, di uscite di strada, di allagamenti etc. anche il pacco batteria può subire dei danni.
Come ci si comporta in questi casi?
Quando abbiamo anche solo il minimo sospetto che possano esserci dei guasti è meglio allontanarsi velocemente dal veicolo poiché in caso di incendio lo stesso divampa molto più velocemente rispetto al combustile tradizionale e durante l’incendio c’e’ un forte rilascio di sostanze tossiche (invisibili ed inodori). Per quanto riguarda il rischio folgorazione, le ultime tecnologie hanno adottato un sistema che scollega la batteria dall’impianto elettrico in presenza di un danno airbag prevenendo così i corti circuiti.
CHE TIPO DI BATTERIA?
Utilizziamo nelle auto la stessa tipologia di batterie che utilizzano smart phone e tablet: le batterie al litio.
Mentre una batteria al piombo lavora con 12/24 v, le batterie al litio accumulano dai 300 agli 8000 v.La tensione risulta quindi molta maggiore.
Le batterie sono degli accumulatori di corrente continua (vedi studi di Edison) i quali necessitano di un inverter per poter far funzionare tutti i sistemi presenti nell’auto convertendo l’energia in corrente alternata (vedi studi di Nikla Tesla)
BATTERIE AL LITIO…
La composizione chimica delle batterie al litio è varia e questo ne determina il grado di sicurezza ovvero il punto di decomposizione che può portare all'effetto THERMAL RUNWAY (EFFETTO DOMINO NELLA COMBUSTIONE)
le principali composizioni sono:
- LITIO NCA (Litio , nikel, cobalto e alluminio) con grado di sicurezza minimo
- LITIO NMC (LITIO, NIKEL, MANGANESE, COBALTO) Con grado di sicurezza medio
- LITIO LFP (LITIO, FERRO PHOSPATHE) grado di sicurezza massimo
QUALI SONO I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI?
I vantaggi di questo tipo di accumulatori sono:
- -Ampia gamma di applicazioni poiché vengono utilizzate sulla maggior parte dei dispositivi elettronici,
- -Lunga durata. Per quanto riguarda le autovetture, le batterie tradizionali hanno una vita garantita di due anni e possono arrivare ai quattro anni mentre le batterie al litio sono garantite dagli 8 ai 10 anni con un numero di ricariche che può andare dai 3000 ai 7000 cicli.
- -Il grande amperaggio e l’elevata densità di energia accumulabile in dimensioni volumetriche ridotte
- -Bassa autoscarica, la perdita di capacità nelle batterie al litio è solo del 1-2% al mese
- -Nessun effetto memoria, cioè la capacità della batteria rimane costante e perde prestazione nell’arco del tempo
- -Nessuna scarica profonda in quanto sono costruite con una tecnologia che impedisce alla batteria la scarica completa
- -Può essere ricaricata in fase di utilizzo ( infatti durante l’uso delle vetture l’energia liberata in frenata viene convertita in ricarica per la batteria)
Gli svantaggi delle batterie al litio sono invece i seguenti:
- -Pericolo di incendio poiché il litio è molto reattivo in caso di danneggiamento della batteria
- -Sensibilità alla temperatura se inferiori a 5° e se superiori a 35° (infatti nelle auto elettriche si può notare che il raffrescamento estivo si inserisce autonomamente anche a vettura ferma nel momento in cui le temperature diventano eccessive)
- -Compatibilità ambientale bassa: estrazione materie prime, consumo idrico richiesto e fuori uscita delle tossine incidono sull'ambiente in modo notevole, l’estrazione nella fattispecie altera i paesaggi e gli ecosistemi dei luoghi dove tale attività avviene e utilizza forze lavoro spesso in condizioni di sfruttamento.
- -Smaltimento e riciclo: purtroppo per i rifiuti legati alle batterie al litio non esiste ancora un processo di riciclo unificato che permetta di recuperare le materie prime in esse contenute senza emissioni e ottenendo un prodotto di qualità. Sono a tutti gli effetti rifiuti pericolosi
COSA VIENE ALIMENTATO DALLA BATTERIA ?
L'INVERTER
L'INVERTER detto anche convertitore, permette all’energia accumulata nella batteria di essere resa disponibile all’utilizzo nei vari dispositivi dell’auto, commuta la corrente continua in corrente alternata permettendo attraverso accelerazione e decelerazione di variare la coppia e la potenza.
Gli inverter di ultima generazione sono raffreddati a liquido e diventano efficienti a bassi regimi e bassi carichi rendendo ideale l’utilizzo della vettura in città.
Se l’inverter non funziona il motore elettrico non riceverà sufficiente potenza traducendosi in difficoltà di accelerazione fino al blocco del veicolo ( solitamente segnalato da spia motore o spia avaria sistema elettronico).In questo caso può venire compromessa anche la ricarica in fase di decelerazione.
Se non si interviene in tempo su questo tipo di danno possono venire compromessi sia la batteria che il motore elettrico.
L’inverter può venire danneggiato da una sovratensione o da un corto circuito.
QUALE TIPOLOGIA DI VETTURA ELETTRICA ACQUISTARE?
LA SCELTA VARIA IN BASE ALLE PROPRIE ESIGENZE
Le varie versioni green ( con motori "eco") dei nuovi veicoli si presentano così brevemente classificate:
- MILD HYBRID - IBRIDE LEGGERE - Rifornimento Endotermico: con Carburante + Ricarica Batteria Energia Rigenerativa. Il motore elettrico da solo non funziona se non in fase di veleggio, ovvero quando si molla l'acceleratore e la vettura va avanti per inerzia. La batteria in questo caso serve da supporto nelle partenze così che il motore a scoppio non va sotto sforzo diminuendo le emissioni.
- FULL HYBRID - LE VERE IBRIDE - Vettura alimentata sia a fossile che con batteria ad energia rigenerativa le batterie presenti nell’auto, le batterie si ricaricano con la decelerazione e la frenata. Il motore elettrico potrebbe funzionare da solo ma è la macchina che decide in autonomia, grazie ad una centralina installata che funziona da software ovvero da cervello. Quindi è la macchina a decidere quando far funzionare uno, l'altro o entrambi.
- PLUG-IN - IBRIDE RICARICABILI - Vettura con due motori, uno endotermico e uno elettrico alimentato con carica a colonnina. E' la via di mezzo tra elettrico e ibrido, il guidatore può decidere quale dei due fra funzionare ma per poterlo fare le batterie devono essere cariche al 100%. Come si caricano? Non basta l'energia rigenerativa ma servono le colonnine apposite.
- ELETTRICO Motore esclusivamente elettrico alimentato solo da colonnina, libero da ogni forma di carburante la vettura può circolare anche in ZTL. Attenzione ai viaggi però in quanto devono essere ben pianificati in base alle stazioni di ricarica presente nel territorio.
In breve, quello che principalmente cambia è la potenza del motore elettrico e la capienza della batteria: le mild hybrid hanno il comparto elettrico meno potente, le full hybrid sono ad uno scalino intermedio e le plug-in o elettriche quello più potente.
E PER FINIRE PARLIAMO DI COLONNINE DI RICARICA….
Le colonnine di ricarica possono aver due tipi di emissione di rifornimento:
- Colonnine a corrente alternata sono usufruibili attraverso normali prese schuko e wallbox (22 kw) domestiche (spesso fornite dal costruttore auto).
Tale rifornimento avviene con la rete domestica normale quindi con una potenza di 230 volt; questo comporta tempi lunghi di ricarica traducibili in diverse ore anche usufruendo di una ricarica pubblica (di solito sui 43 kw), la gran parte delle infrastrutture di ricarica nel nostro paese sono di questo tipo. - Le colonnine a corrente continua (vedi le colonnine di ricarica previste per la Tesla) . Queste permettono una ricarica velocissima ( anche un quarto d’ora) perché utilizzano potenze molto superiori e prevedono infrastrutture diverse da quelle domestiche.

Ad un anno dall’inizio della pandemia, il mondo intero è ancora impegnato nella lotta contro il virus, una lotta che parte dalla prevenzione, ma come la si fa? Partiamo dal presupposto che possiamo attuare delle forme di prevenzione contro la diffusione dei virus in un lasso temporale ben definito, ovvero fino a che gli stessi non entrano nelle cellule ospiti (quando di fatto infettano uomini o animali), poiché quello è il momento in cui i virus stessi sono attaccabili e dunque possono venire inattivati e la carica virale abbattuta. Quanto resiste il Virus Sars-Cov2 all’esterno? Rispetto alla stabilità nel tempo del virus Sars-Cov 2 e con riferimento alle tipologie di superfici che troviamo in un'autovettura, le linee guida del Ministero della Salute constatato che particelle virali infettanti sono state rilevate su tessuto fino ad 1 giorno dalla contaminazione, mentre più lungo è l'intervallo di tempo su acciaio inox e plastiche dove le stesse sono state rilevate anche dopo 7 gg. Tutti i virus hanno questa resistenza? Precisiamo che esistono Virus senza involucro (es.Narnavirus) che risultano resistenti alle temperature, agli acidi, ai detergenti e all'essicamento e Virus con involucro (incluso il Corona Virus) che sopravvivono più a lungo, si diffondono tramite goccioline di umidità ma sono distruttibili da acidi, detergenti, disinfettanti, essicamento e calore. I prodotti che rivendicano un'azione virucida a quali virus si riferiscono? Unicamente ai Virus con Involucro ed ogni principio attivo ha un preciso meccanismo di azione, ad esempio l'Etanolo inattiva diversi virus tra cui: herpes, virus influenzale, adenovirus, enterovirus, ma non ad esempio in Virus dell'Epatite A, mentre il Perossido di Idrogento (Acqua Ossigenata) agisce su involucri lipidici e Dna del Virus. Fatta questa breve premessa possiamo valutare cosa fare per noi stessi e l'auto compresa . Sappiamo che la pulizia è alla base di tutto e che nello sporco e nella polvere vivono micro-organismi, batteri, acari e tutta una popolazione di esseri viventi che, se non contenuti, possono causare disturbi e patologie. La pulizia è quell’azione che possiamo mettere in campo con mezzi semplici e domestici alla quale va affiancata l'aereazione dell'ambiente e nel nostro caso specifico, dell'abitacolo. Si può essere ancora più efficienti? Sì, con l'igienizzazione e la detersione, queste avvengono attraverso la pulizia con prodotti che, non pur necessitando di specifiche autorizzazioni per la messa in commercio devono essere conformi alle norme europee dei cosmetici e detergenti, si tratta di prodotti comunemente reperibili presso i supermercati che non hanno proprietà disinfettanti ma sono solo materiali di pulizia e detersione. Lo step successivo è: DISINFEZIONE E SANIFICAZIONE. La disinfezione si attua con l'utilizzo di presidi medici chirurgici (PMC) detti anche biocidi, questi prodotti per i quali esiste una specifica autorizzazione del Ministero della Salute, hanno capacità di distruggere o inattivare determinati micro-organismi. La sanificazione consiste in una serie di operazioni effettuate solo da aziende con riconosciuta capacità operativa atte alla pulizia, detersione e disinfezione di un determinato ambiente al fine dell'abbattimento dei micro-organismi presenti. Ad oggi le linee guida del MINISTERO DELLA SALUTE non hanno subito aggiornamenti da Maggio 2020 in merito alle ricerche su quale presidio possa essere realmente efficace in questo momento pandemico, tali linee guida si fermano a definire efficaci gli agenti antimicrobici disinfettanti testati su alcuni coronavirus ( non specificatamente per Sars-Cov2) e indicando come validi per tali fini: - Il Perossido di Idrogeno (Acqua Ossigenata), - l'Etanolo (Alcool) , - Ipoclorito di Sodio (Varecchina), In concentrazione determinata che li renda biocida. E’ così facile l’utilizzo di questi prodotti? Questi prodotti possono essere tossici e vanno applicati ed utilizzati con consapevolezza specialmente se condividiamo gli spazi con bambini e animali domestici, inoltre questi trattamenti non sono compatibili con tutte le superfici e richiedono dopo l'applicazione un tempo di posa di qualche minuto, infine non è da sottovalutare il fatto che manualmente è impossibile “coprire” tutti i punti dell'ambiente. Per questi motivi sono stati studiati dei dispositivi con sistema di vaporizzazione nell'aria ovvero erogazione di nebbia secca prodotti a base di Etanolo, Acido Ipocloroso o Perossido di Idrogeno, è stata rilevata infine una controindicazione importante: i prodotti sopra menzionati risultano nocivi per l'ambiente. Esistono altre soluzioni? In questo periodo si è sentito molto parlare di OZONO , gas inerte che tende a riempire tutti gli spazi e le superfici ma la cui efficacia specifica contro Sars-Cov2 non è ancora stata definita dal Ministero della Salute, c'è da dire che esistono delle ricerche che dimostrano come questo Gas, possa essere utilizzato in campo alimentare e nella disinfezione. Resta comunque un gas tossico che va trattato con molta cautela da parte degli operatori in quanto richiede un periodo di aereazione dei luoghi dove è stato applicato. In seguito a questa aereazione, il gas si converte in ossigeno non lasciando residui a livello ambientale, gli studi da cui nasce questo procedimento si fondano sull’osservazione di ciò che già accade in natura ovvero si basano sulle reazioni chimiche che l'aria subisce dopo un temporale, infatti, per spiegarci meglio, la concentrazione di ozono che ne scaturisce è all’origine di quell’odore fresco dopo una pioggia ed è un toccasana per chiunque abbia la fortuna di respirare l’ozono in quei momenti. La richiesta di registrazione di questo principio attivo è stata sottoposta all'Agenzia per le sostanze chimiche, per cui i generatori di Ozono sono per ora definiti Sanitizzanti fino a quando non verrà completato l'Iter di valutazione delle proprietà biocide. Controindicazioni per l'utilizzo di questo gas riguardano l'alta capacità di ossidazione su usata in dose massiccia che possono portare danni a sistemi elettronici o a metalli. Infine una menzione agli studi condotti sull'efficacia della sterilizzazione per mezzo dei Raggi UV . Lo scorso Giugno anche la rivista scientifica "Nature" ha pubblicato uno studio in cui i ricercatori hanno dimostrato che dosi molto basse di luci UVC (Ad una distanza di sicurezza dalle persone) uccidono efficacemente i Corona Virus umani trasportati dagli aerosol. L'azione germicida dei raggi Uv su batteri e virus è dovuta alla capacità dei raggi di rompere i legami molecolari di DNA ed RNA che costituiscono questi micro-organismi. Si ricorda comunque che tali raggi sono altamente nocivi e riconosciuti cancerogeni per la pelle e gli occhi e quindi utilizzabili solo da operatori esperti.

Il Codice del consumo (decreto legislativo 6 settembre 2005 n. 206, emanato ai sensi dell'art. 7 della legge delega 29 luglio 2003 n. 229) prevede una garanzia di due anni alla persona fisica che acquista un bene o usufruisce di un servizio documentato con fattura o scontrino fiscali.- Secondo la nostra linea di pensiero, l’impegno scaturente la garanzia viene prestato da un punto di vista legale ma sopratutto da un punto di vista etico. - Quindi, è sempre opportuno dare al cliente una garanzia per i lavori eseguiti anche oltre i tempi previsti dalla legge che possa comunicargli la tranquillità di essersi rivolto ad un professionista il quale conosce il proprio mestiere.- Molte volte questo argomento viene utilizzato dalle case madri per creare degli obblighi del cliente nei propri riguardi, obblighi che, con la direttiva Monti (regolamento europeo 1400/2002) , non hanno ragione di esistere.- Infatti sulla base di quanto disposto dal suddetto documento, le garanzie del costruttore non decadono anche se il proprietario del veicolo effettua manutenzioni e riparazioni presso strutture non affiliate ai costruttori purchè tali lavori vengano effettuati nel rispetto delle indicazioni dei libretti di uso e manutenzione e vengano documentati con documento fiscale regolare.- Lo scopo della direttiva, vincolante per tutti gli stati dell’unione, è sostanzialmente quella di contrastare le pratiche che limitano la possibilità dei consumatori di scegliere i propri fornitori.- Con l’entrata in vigore di questa direttiva, il venditore assicura la garanzia sulle auto vendute per ogni difetto emerso durante la durata della stessa (minimo 24 mesi o più) e subordinandola all’esecuzione dei tagliandi entro il tempo o i chilometri stabiliti dai libretti di uso e manutenzione documentabili.- La regolare manutenzione periodica ha lo scopo di mantenere in efficacia il veicolo e permettere periodicamente l’ispezione dello stesso al fine di prevenire difetti e anomalie in fase precoce.- Dobbiamo ricordare che l’efficienza della vettura si traduce in SICUREZZA PER LE PERSONE, NON DEVE ESSERE VISTO COME UN OBBLIGO MA E’ UNA NECESSITA’ .- Secondo la Direttiva Monti, proprio perché è una necessità, il cliente non ha l’obbligo di dover spendere cifre astronomiche per garantire la sua sicurezza potendo quindi scegliere per le manutenzioni ordinarie e straordinarie: - DI PORTARE L’AUTO IN OFFICINE/CARROZZERIE ANCHE GENERICHE mantenendo intatta la garanzia dell’auto e ricevendo dalle strutture generiche la garanzia per il lavoro svolto - IL DIRITTO DI CHIEDERE ANCHE L’UTILIZZO DI PARTI NON ORIGINALI PURCHE’ CONFORMI alla qualità prescritta dalle case madri

Per capire la nanotecnologia e le nanoscienze dobbiamo partire dall’ osservazione della natura, dove i fenomeni di auto aggregazione degli atomi costruiscono delle strutture nanometriche che, interagendo fra di loro, creano i fenomeni che noi percepiamo. Si assemblano così atomi e molecole: possiamo dunque vedere piante che possono assorbire o riflettere la radiazione solare e da questo esempio l’uomo ha sviluppato le tecnologie per le pellicole che vengono applicate alle vetrate e sono in grado di assorbire il calore o disperderlo e così molti altri fenomeni naturali come la proprietà del camaleonte di variare il colore della pelle per adattarsi all’ ambiente o come le lucciole che emettono luce a bassissimo consumo. Dall’ analisi di questi fenomeni, ovvero dal 1980, il Dottor Drexler iniziò a sviluppare la nanotecnologia molecolare. Da qui in poi l’interesse per questa materia ha coinvolto tutti i settori dalla medicina alla biologia, dall’ elettronica fino alla costruzione di materiali prodotti per l’utilizzo quotidiano. L’Automotive è stata direttamente interessata da queste trasformazioni in quanto le plastiche che compongono le vetture trattate con polimeri particolari sono in grado di assorbire gli urti, i sedili trattati con tessuti antimacchia, il peso della vettura diminuisce con questi materiali, l’elettronica delle vetture sfrutta questo principio come pure i fluidi per i quali vengono garantite resistenze termiche superiori. NANOTECNOLOGIE APPLICATE ALLA CONSERVAZIONE DELL’AUTO Tenuto conto di quanto sopra, gli scienziati hanno analizzato le caratteristiche del fiore di loto. Questa meraviglia della natura pur nascendo nel fango, ha la caratteristica di essere completamente repellente dagli agenti esterni. Sono stati così analizzati gli atomi al fine di riprodurne le caratteristiche. Nell’ applicazione quotidiana dei prodotti che sono scaturiti da questa ricerca ci sono anche i trattamenti di conservazione e bellezza per l’auto. C’è inoltre da dire che ogni particella di nanotecnologia che viene applicata sulla carrozzeria non aderisce in maniera meccanica ma crea un forte legame chimico diventando inattaccabile alla luce e a vari agenti esterni. L’effetto LOTO diventa più evidente quando sulla carrozzeria si appoggiano le gocce d’acqua che non vengono trattenute ma scivolano via portando con sé lo sporco presente in superficie. La nano-tecnologia esalta le caratteristiche della verniciatura di base, per tanto se sono presenti difetti di verniciatura, aumentando la luminosità della superficie questi verranno amplificati. BENEFICI NANOTEC Olio repellente Idro- repellente Antimacchia (resine- lasciti di animali) Resistenza al degrado da eventi atmosferici Maggior resistenza alla scalfitura Elevata lucentezza Facilità nella pulizia Estrema durata nel tempo dell’effetto protettivo Questi trattamenti sono applicabili ad auto con finitura opaca per le quali diventa ancora più importante proteggere la superficie da abrasioni. I trattamenti di nanotecnologie possono essere applicate ai cristalli e ai fari rendendoli inattaccabili dai moscerini, in più fanno scivolare la pioggia la quale non si appoggia al vetro ostacolando la vista. Possiamo consigliare questo trattamento su vetture nuove per garantire nel tempo l’integrità della verniciatura oppure alle persone che vogliono assicurarsi la facilità di pulizia dell’auto rendendo idrorepellente la superficie completa della vettura, dalla carrozzeria ai cristalli fino ad arrivare alle plastiche.

Spesso, in un momento dove la razionalità cede il posto a stati d'animo tutto fuorché "sotto controllo", non si sa cosa fare. Iniziamo dalla cosa più semplice per la maggior parte delle persone: Le foto! Siamo tutti ormai dotati di smartphone con fotocamera: iniziare scattando foto alle vetture coinvolte da lontano e da vicino, cercando di prendere tutti i dettagli, è sicuramente un buon modo per raccogliere i primi dati essenziali. Arriviamo ora a chiarire alcuni concetti fondamentali della CONSTATAZIONE AMICHEVOLE che tanti lasciano compilare agli altri perché si è convinti di NON SAPERLO FARE! Stiamo parlando del Modulo di DENUNCIA SINISTRO (con le tre colonne colorate, azzurro, bianco e giallo) che tutti abbiamo visto in quanto solitamente ne teniamo una copia pronta all'uso nelle nostre auto. Questo modulo che solitamente viviamo con disagio, come un problema in aggiunta a quello che è già successo, in realtà è molto più amichevole di quello che sembra , è una tutela nel caso siate il danneggiato in quanto l'altro si assume la responsabilità, ma anche nel caso in cui siate il danneggiante in quanto viene rilevato insieme alla parte lesa l'effettivo danno senza avere ulteriori sorprese a posteriori. In realtà i dati essenziali non sono diversi da quelli di un comunissimo verbale/elaborato che fareste scritto a mano, su un foglio bianco, l'importante è leggere con calma, scrivere in modo coerente la dinamica evitando così di ritrovarsi da danneggiato alla scomoda posizione di danneggiante. Dati dell'incidente : Luogo, data, ora eventuali testimoni, feriti o danni a cose. Dati anagrafici dell'assicurato , ognuno deve compilare la propria colonna (che siate Veicolo A o B), in tutte le constatazioni amichevoli che aprite nel caso di più veicoli coinvolti nello stesso sinistro. Dati anagrafici di ciascun utilizzatore al momento dell'impatto. Vale ovviamente lo stesso discorso del punto 2 . Se la vostra auto era in sosta e voi non eravate all'interno dell'abitacolo la sezione "conducente" la potete tagliare con la penna, o eventualmente compilare specificando che eravate in quel momento in possesso dell'auto ma fuori dall'abitacolo. Dati delle relative assicurazioni ( specificando n. Polizza) e modello e targa dell' auto Mettere la crocetta nelle caselle utili alla descrizione del sinistro, ognuno ha la propria colonna dove apporre la crocetta per inserire ciò che stava facendo, eventualmente se non rientrate in nessun caso non segnare nulla e scrivere nell'ultima casella "0" (zero), potete sempre specificare la vostra situazione nella sezione: "osservazioni". Possibilmente disegnare l'incidente. Ricordarsi di : FIRMARE! PRESENTARLO ALL'ASSICURAZIONE ENTRO 3 GIORNI LAVORATIVI. MA VA SEMPRE COMPILATO IL MODULO DI CONSTATAZIONE AMICHEVOLE? Tante volte si affronta il tema di quanto ci costa l'assicurazione in caso di sinistro, si cerca di non infierire nei riguardi della controparte, ma è bene ricordare però che solitamente è una persona a noi sconosciuta e quindi un foglio con ammissione di responsabilità va sempre compilato, con i dati sopra descritti. Il consiglio è sempre quello di compilare il modello prestampato della constatazione amichevole e decidere in seguito cosa fare ovvero: - presentare all'assicurazione e lasciare che la pratica segua il suo iter, - far valutare il danno e se il danneggiante decide di pagare direttamente le spese farsi liquidare l'importo del sinistro stracciando la constatazione amichevole compilata.-Successivamente riparare i danni e far avere alla controparte la ricevuta delle spese sostenute. La constatazione amichevole se compilata bene è davvero un'amica.

I fari delle nostre auto sono l’estensione dei nostri occhi nel buio e nella nebbia, sono i punti luminosi che ci rendono visibili indicando la nostra presenza su strada.
Averli limpidi, puliti non è solo una questione di estetica,
La loro bellezza fa rima con sicurezza.
Se facciamo ora un breve salto nel passato, troviamo l’origine di questa parola nella civiltà antica, più precisamente in epoca Tolemaica, ai tempi in cui il popolo greco- macedone popolava l’Egitto,
Vi ricordate una delle sette meraviglie del Mondo:
il FARO di ALESSANDRIA D’EGITTO?
L’origine della parola “faro” anche in termini automobilistici deriva proprio da qui, dal più famoso nella storia, costruito appunto nell’Isola di Pharos.
La storia dei fanali dell’auto nasce nei primi del ‘900 con la creazione dei fari a carburo la cui caratteristica era quella di emettere una luce bianchissima, ovviamente stiamo parlando dell’inizio del secolo scorso, con le conoscenze dell’epoca che però al tempo erano considerate all’ avanguardia.